sabato 22 settembre 2007

BEPPE GRILLO SALVACI DALLA SETE DI GELA E DALLE RUBERIE

Gela lì, 21 settembre 2007

Caro Beppe,

mi chiamo Orazio Consiglio, sono di Gela e quasi tuo coetaneo.

Tante esperienze ho vissuto nella vita, compresa quella di fare il politico a Gela, città assai difficile per chi, come me, della politica ne ha fatto una missione, un atto di amore verso i più deboli, intestandomi tante battaglie sociali solamente nell’interesse delle classi meno abbienti, per avere dato voce a chi non ha mai avuto la possibilità di esprimerla nei luoghi deputati, nelle platee o nei pubblici comizi per rivendicare i diritti negati e dare loro la dignità di esseri umani
Proprio per questo, nella mia ultima esperienza amministrativa presso il Comune di Gela di alcuni anni fa, nella qualità di assessore, alla guida del sindaco Crocetta, tuttora in carica, conosciuto quale sindaco dell’Antimafia e per la legalità, fui messo alla porta dallo stesso, per avere denunciato alla magistratura di Gela alcuni compagni del mio ex partito per malversazione e malcostume politico. Alla faccia della trasparenza e della legalità.
Purtroppo la politica mi pervade e mi coinvolge e non posso fare a meno di essa per difendere i tanti cittadini che supinamente subiscono angherie di ogni sorta da parte di privati o di pubblici amministratori ed allora, oggi, forse è arrivato il tempo di rimboccarsi le maniche e lavorare per il bene della mia comunità formata di circa 80 mila persone. Grazie anche alla tua spinta che ho il piacere di leggerti in rete.
È da qualche anno che ti seguo attraverso il tuo blog e sono pienamente convinto che sei riuscito a scuotere le coscienze di centinaia di migliaia di cittadini mettendo a nudo tutta la malapolitica sviluppatasi nel corso degli ultimi quindici anni, sia essa di destra che di sinistra.
Soprattutto da quando è sceso nell’agone politico, per eludere le patrie galere, lo psiconano, piduista (tessera 1816), discepolo del “venerabile” maestro Licio Gelli, che ha avuto la capacità, all’insegna del pseudo nuovo, di sviluppare il programma massonico e una politica priva di valori, tutta improntata sul pensiero unico dell’economia capitalista, di portare alle estreme conseguenze l’esacerbato individualismo, di esaltare uno sfrenato mercato senza regole se non a lui favorevole e a quelli appartenenti alla sua casta, di avere stravolto gli ideali, i valori sani dell’uguaglianza, della solidarietà, della giustizia, le diversità, fino a dividere pericolosamente con le menzogne i cittadini, che, impregnati di questi malsani principi si dividono in buoni e cattivi con il serio rischio di far prevalere il sentimento di odio.
Il pericolo che l’Italia ha attraversato e tuttora sta attraversando non è più rappresentato da Berlusconi, ma dal berlusconismo, germe malefico verso il quale milioni di cittadini, tanti in buona fede, ma tanti altri per tornaconto, si sono infatuati, convinti che ognuno di loro potesse emulare le gesta dello psiconano, divenendo loro medesimi dei piccoli psiconano. Con la differenza che il bellachioma si è arricchito illecitamente, senza sapere mai, noi comuni mortali, da dove provenissero quei tanti miliardi accumulati negli anni 70 e 80.
Il berlusconismo ha preso il sopravvento e contaminato non solo la gente comune, che per ingenuità e buona fede lo ha preso sul serio, (si ricordi che il Berlusconi politico, nacque durante tangentopoli, un periodo oscuro della politica italiana, nel quale milioni di cittadini sono rimasti indignati dalle ruberie dei politici)- ma ha contagiato tutta la classe dirigente politica italiana, divenendo essa stessa berlusconizzata, a partire dai vertici romani per finire in periferia.
Ti ringrazio Beppe a nome e per conto di milioni di cittadini per le tue mirabili iniziative, hai messo il dito nella piaga, hai squarciato i veli dell’omertà politica mettendo a nudo tutti i buchi neri che la stessa politica esprime oggi.
Occorreva il comico Grillo, con le tue pungenti battute sarcastiche, tra il serio e il faceto, per mettere in crisi la politica italiana e i suoi protagonisti per evidenziare quanto è fragile, corrotto e obsoleto il nostro sistema politico italiano.
La casta, formata da giornalisti di regime, carta stampata e televisione, da politici corrotti e consociativi, di destra e di sinistra, in cui vige il principio e la regola dell’impunità perché tutti o quasi, contaminati di scostumatezza immorale, ha accusato il colpo ed è fortemente preoccupata dallo tsunami Grillo, reagisce, individuando in Grillo e i suoi simpatizzanti, l’uomo qualunque, terrorista capace di causare nuove tragedie.
E io che sono un tuo estimatore, sono ben felice di essere individuato come l’uomo qualunque, terrorista, fonte di nuove tragedie, con i miei valori etici, morali, con il mio senso della giustizia, di lavoratore onesto che fa fatica ad arrivare a fine mese e a cui viene sottratto denaro dalla busta paga per mantenere i privilegi e i sorprusi dei detrattori della casta e dei massoni.
Mentre, vorrei diversamente capire il non qualunquismo dei nostri impostoti politici, di quelli che vanno a puttane nei locali a luce rossa, o di quelli che sono stati condannati per tangenti, o per estorsione o per truffa o peggio ancora di quelli che hanno tenuto e continuano a tenere uno stretto legame con la mafia e stanno in Parlamento a rappresentarci indegnamente. Questo non è qualunquismo, magari lo fosse, è peggio, è delinquenza organizzata per fini di arricchimento personale e/o di gruppo, è associazione a delinquere anche di stampo mafioso.
Dopo questo sfogo, caro Beppe ti voglio rappresentare la situazione che si vive nella mia città, Gela 80.000 abitanti, sita nel profondo sud dell’Europa e dell’Italia, una città priva di qualunque elementare struttura, strade divelte, ferrovie inesistenti, rete idrica e fognaria fatiscenti, interi quartieri sempre più degradati, lasciati al proprio destino, l’abuso e l’impunità sono all’ordine del giorno, autovetture bruciate ogni notte, insomma una Gela che è terra di conquista e di servilismo politico verso i poteri forti, verso l’ENI.
A Gela si respira aria inquinata, la centrale termoelettrica dello stabilimento petrolchimico ha scaricato nell’ambiente agenti inquinanti nell’ordine di migliaia di tonnellate, migliaia di tonnellate di gas e polveri creando nocumento all’agricoltura, alla salute dei residenti sui quali si registrano un alto indice di morbilità, bronchite cronica, enfisema polmonare e mortalità. Le ciminiere dello stabilimento emettono sostanze cancerogene, teratogene, mutagene nocive alla salute e anche mortali, persone che vengono colpite dalle più eterogenee patologie tumorali, mortalità per tumore al retto colon, al cervello, ai polmoni, al fegato.
Per la situazione ambientale così grave, a Gela si sono registrate malformazioni di ogni tipo, una bambina che nasce come una sorta di Minotauro, bambini affetti da agenesia, due bambini con palatoschisi, soggetti down, polidattili e tanti aborti spontanei, tra cui uno con feto acefalo. In un solo anno a Gela si è arrivati ad avere 45 casi di malformazione, superando abbondantemente la media nazionale.
A Gela si sono registrati solo nel 2005, numero 402 casi di tumori, ponendosi ai vertici della classifica nazionale come incidenza, mentre 3000 cittadini sono afflitti da tumore, l’incidenza di neoplasie, nei dati relativi al biennio 2002/04 sono di 4 volte in più rispetto alla media nazionale.
E, come se non bastasse, il colmo per una città che vive da oltre 50 anni tale dramma è, che a Gela non esiste presso il presidio ospedaliero il reparto di Oncologia, come suole dirsi (cornuti e mazziati). I cittadini gelesi quindi, oltre a patire le pene dell’inferno per le malattie accusate, devono subire anche ingenti costi per le cure presso gli ospedali del nord, per affrontare i cosiddetti viaggi della speranza.
Dopo averti fotografato tale triste realtà gelese, ti voglio ulteriormente rappresentare un’altra dolorosa vicenda, che è stata la molla che mi ha spinto a scriverti:

l’ACQUA DI GELA

A Gela viene erogata acqua, quando arriva, non potabile ed inquinata da petrolio. Essa
è causa di malattie gravi che provoca avvelenamento. (sic!) Essa proviene dai cicli di lavorazione del dissalatore dello stabilimento ENI. Acqua di mare che viene distribuita ai cittadini come potabile. Essa risulta, dalle perizie eseguite da alcuni tecnici su incarico del Tribunale gelese, oltre che inquinata, priva di sali minerali che può comportare un reale rischio di malattie cardiovascolari; è torbida, surriscaldata, carente, manca di qualità organolettiche, maleodorante, piena di trilometani, metaemoglobinemia, nitriti, giardia, con il rischio di contrarre malattie al sangue in quanto riduce ossigeno ed induce a fenomeni di cianosi; presenta altresì eccessiva quantità di ferro.
Acqua industriale aggressiva convertita in acqua commestibile.
Le sorgenti naturali, (Cimia, Ragoleto, Bubbunia) nelle quali prelevano fino a 8 milioni di mc d’acqua annuo, che potrebbero soddisfare le esigenze della nostra comunità, vanno in uso allo stabilimento petrolchimico per il raffreddamento degli impianti industriali.
Evidentemente il costo per la salute dei cittadini gelesi è inferiore al costo dei processi produttivi dello stabilimento. Questa storia, purtroppo, si ripete da oltre 40 anni. La vita di un gelese costa meno di una cicca di sigarette.
Leggo sul tuo blog, “l’Acqua di Dio”, che essa è un bene comune e universale e sembrerebbe pleonastico spendere parole in quanto è un diritto fondamentale ad avere nelle proprie abitazioni acqua salubre e pulita. Nonostante ciò, l’acqua di Gela, oltre a non avere i minimi requisiti di bevibilità, è stata privatizzata a costi stellari. E mentre nella Regione Lombardia, il mistico governatore Formigoni, si sta aggrappando alle sue divinità terrene, cioè alle multinazionali, a cui affidarne la gestione e servire la casta per i lauti guadagni e non i cittadini amministrati a prezzi politici, a Gela il nostro amato sindaco, comunista, grande predicatore e imbonitore di masse, pur dichiarando pubblicamente che è per la gestione pubblica dell’acqua, nei fatti che fa? Da in gestione l’acqua ad una società privata, alla “Acque di Caltanissetta” S.p.A. società formata da un consorzio di 7 società che opera sotto la denominazione sociale “CALTAQUA”.
L’acqua, bene comune e universale, non è vero che è di dominio pubblico, ma di proprietà delle varie multinazionali, nel caso specifico a Gela è di proprietà del nuovo comitato di affari (Comuni, Ato Idrico, Caltaqua) che riunitosi in conventicola impone la distribuzione alla bisogna e al costo di € 2,50 al mc. con un rincaro rispetto all’anno sorso del 300% . Caltaqua tenta di incamerare quanto più soldi possibili dai gelesi, senza che fino ad ora abbia creato e/o investito un solo euro per migliorare il servizio idrico.
Viviamo l’era dei nuovi opulenti bramini, la casta gelese, formata da avvocati d’affari, maggiorenti politici nostrani di primo e secondo livello, assunzioni di parenti ed amici dei nostri amministratori, faccendieri, tutti quanti, messi al posto giusto per succhiare il sangue dei poveri e trarre il massimo profitto senza neppure il minimo sforzo, bramini politici sfacciati, che mortificano ed umiliano i cittadini gelesi, che per quanti sforzi di lavoro facciano, non reggono più il peso e la bramosia di lupi famelici il cui unico e solo obiettivo e: accumulare Soldi, Soldi, Soldi per piegare ancora una volta i già vessati cittadini gelesi alle volontà dei nuovi padrini e padroni.
Di fronte ad una siffatta e onirica realtà, chi ti scrive, animato di tanta buona volontà, nell’interesse precipuo dei cittadini gelesi, per il malcontento generale della nostra comunità, per la sordità e scarsa sensibilità del nostro sindaco, per il comportamento piratesco concesso dall’ATO idrico della provincia di Caltanissetta, di cui il Comune di Gela è maggiore azionista, alla società Caltaqua, ho costituito un’associazione denominata “A.G.E.A.”, Associazione Gela Emergenza Acqua” e con essa ho voluto intraprendere nel mese di agosto, in piena canicola, con la collaborazione di altri due soggetti, l’iniziativa di una petizione popolare con la raccolta di firme, per tentare di porre fine alla deprecabile, scandalosa e truffaldina operazione che l’Ato idrico, Caltaqua con la complicità dei nostri amministratori hanno messo in atto ai danni dei gelesi.
L’obiettivo della petizione è quello di abolire l’Ato Idrico, ente inutile e mangiasoldi e per la Municipalizzata, di cacciare la società Caltaqua non solo per i disservizi che fino ad ora ha creato alla popolazione, ma per inadempienza contrattuale in quanto ha violato il protocollo d’intesa per avere distribuito acqua non potabile, e principalmente perché l’acqua essendo un bene primario non va assolutamente privatizzata.
Gela e i gelesi rivendicano con determinazione che l’acqua arrivi nelle case sana e pulita, che essa non va sottoposta alla giungla del libero mercato su cui fare affari più o meno leciti per ricavarne utili, che sia sempre corrente 24 ore al giorno e al prezzo giusto.
L’associazione AGEA ha raccolto così 8000 firme e forte di tale risultato ha chiesto al sindaco Crocetta un atto di amore per la città Gela, di mettersi a capo anche lui delle 8000 famiglie che hanno firmato la petizione per mandare la società Caltaqua e di defilarsi dall’Ato Idrico.
Siamo orgogliosi di avere messo in campo una grande battaglia di civiltà, di legalità e di democrazia partecipata nella nostra città, ma siamo purtroppo ancora in attesa della risposta del sindaco che fino ad ora non ci ha convocato per dichiarare la sua posizione, atteso che ha detto pubblicamente attraverso la stampa che è per la gestione pubblica.
Caro Beppe, noi fino ad ora abbiamo fatto la nostra parte, altri traguardi dobbiamo raggiungere entro breve tempo per dichiarare vittoria alla nostra azione popolare e la prossima tappa sarà quella di proclamare una giornata di protesta ma anche di proposta.
Entro la prima decade di ottobre, data di scadenza delle bollette idriche inviate ai cittadini dalla società Caltaqua” dichiareremo una giornata di sciopero ed è in quella occasione che chiediamo la tua disponibilità venendo a Gela e metterti tu a capo di 80.000 cittadini per superare qualunque ostacolo e per convertire il nostro sindaco, che, dalle parole passi ai fatti, cioè rompere qualunque rapporto con la società Caltaqua, per programmare la Municipalizzata.

Spero tanto di non averti tediato, mi permetto di lasciarti i miei recapiti telefonici per eventuali contatti diretti che sono i seguenti: 347 1723266 – 3407848342- 328 9176088.

Cordialità.

LA BATTAGLIA CONTINUA

Orazio Consiglio

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