giovedì 11 ottobre 2007

Gela, 11 Ottobre 2007 - Comizio per rivendicare un diritto negato. L'acqua

COMIZIO DI GIORNO 11 OTTOBRE 2007.


Grazie, tante grazie concittadini, siete stati meravigliosi, sono veramente emozionato, è venuto davvero fuori il nostro orgoglio contro i predoni di questa città, contro la delinquenza spicciola e organizzata, contro i poteri occulti e non tanto occulti, contro la mafia armata e quella bianca, siamo veramente orgogliosi di essere gelesi, ma stavolta non lo diciamo per un convenevole o per circostanza, lo diciamo perché in ognuno di noi è venuta forte la spinta di non farci più mettere i piedi in faccia dai vecchi e nuovi colonizzatori:
l’Eni, che per oltre 50 anni ha devastato tutta l’area di Gela e il suo comprensorio, senza avere mai investito un solo euro per la crescita civile ed armonica a favore di questa città;
l’Agenzia Regionale per i rifiuti e le acque, ente inutile e mangiasoldi;
l’Ato Idrico, formato da politici lupi famelici, che non si fermano nemmeno di fronte alle sofferenze dei concittadini;
la Siciliacque, società intermediaria che gestisce le acque in Sicilia il cui scopo e accumulare soldi, acquista l’acqua dall’Eni per 5 centesimi per rivenderla alla società nissena-spagnola, la Caltaqua, a 61 centesimi, che, a sua volta dovendo pagare i fannulloni dell’Ato Idrico lievita il costo dell’acqua fino a 1,30 euro per i primi tre anni e poi portarla a 2,40 al mc. Tutti quanti messi al proprio posto per succhiare il sangue della povera gente.

Un vivo ringraziamento va fatto alle associazioni di volontariato presenti in questa piazza così gremita, agli studenti, ad alcune forze politiche, non tutte per la verità, ad alcune forze sindacali ma soprattutto un ringraziamento particolare, sentito, va rivolto alla chiesa, al nostro Vescovo Michele Pennisi che nell’omelia dell’otto di settembre ha lanciato il suo grido di allarme e di dolore contro la classe politica ammonendo gli stessi politici a non privatizzare l’acqua che è un dono della natura e di Dio.

Certamente non mi sento di ringraziare i presidenti dei comitati di quartiere che non si sono spesi in questa battaglia di civiltà, che non hanno partecipato alla raccolta delle firme e ritengo sinceramente che questo comportamento sia molto grave, per una città che ha bisogno di punti riferimenti e di guida; non hanno agito nel comune interesse dei cittadini ma sono stati sicuramente al servizio di qualche potentato politico in cambio di qualche questua.

Avremmo tanto desiderato che il Sindaco di Gela, conosciuto e riconosciuto quale sindaco che lotta la mafia ed è per la legalità, si mettesse a capo di questa iniziativa popolare, in questa battaglia di trasparenza, di legalità contro i poteri forti, contro i soprusi, le prevaricazioni dei nuovi opulenti, fastosi, sontuosi bramini gestori idrici. Ma come poteva, Crocetta, Sindaco di Gela, se ne è il complice e l’artefice di tale misfatto consumato ai danni dei gelesi?

Al sindaco Crocetta vogliamo dire e ricordargli che il popolo gelese è stato nei suoi confronti molto generoso suffragandogli 30 mila voti, il 65% dei votanti e per ricambiare questo atto di amore che la città ha avuto per lui, ha preparato agli ingenui cittadini una polpetta avvelenata mettendo in campo Siciliacque, l’Ato Idrico, Caltaqua che vogliono spennare i polli gelesi non solo economicamente ma anche salutare, distribuendo nei rubinetti delle case acqua reflua, da sentina e cancerogena, arrecando danno alla salute di tutti noi concittadini.

I cittadini gelesi hanno squarciato il velo del modus operanti del sindaco e hanno scoperto che è un gran bugiardo, mistificatore e che ha fallito la conduzione e la gestione amministrativa del Comune. L’atto di amore che i cittadini hanno avuto nel sindaco, viene ricambiato con comportamenti proditori, facendo prevalere gli interessi particolari, politica-affari, agli interessi dei cittadini. E mentre il figliol prodigo ha riconosciuto di avere dissipato tante ricchezze alla sua famiglia si è pentito e da predone è ritornato alla casa del padre; il nostro sindaco continua imperterrito a mantenere nella nostra città l’Ato idrico e la società Caltaqua, nonostante i cittadini abbiano palesemente espresso con la raccolta delle firme la cacciata dell’Ato Idrico e della società Caltaqua per avere la gestione pubblica dell’acqua.

Caro Sindaco Crocetta, ci dispiace dirlo, ma dobbiamo dichiarare che hai fallito come amministratore di questa città, perché se è vero che hai condotto e conduci la lotta alla mafia, ad essa non hai saputo coniugare lo sviluppo economico del nostro territorio a cominciare dal porto rifugio dove hai perso una somma già destinata per Gela pari a 67 milioni di Euro.
La mafia non la si può lottare senza contrapporgli la nascita di imprese e nuova occupazione.
La gente è stanca di sentirsi dire la solita solfa, da oltre quattro anni ti vediamo apparire quotidianamente sulle televisioni locali e nazionali, costruendoti artatamente una tua immagine e ricreandoti la verginità perduta e non fai altro che parlare di Gela come la città più mafiosa del mondo, anche se fosse vero, in contraccambio cosa hai offerto a questa città? Occupazione? Non mi pare! A Gela si registra un tasso allarmante di disoccupazione e una stagnazione economica non più tollerabile e nulla di positivo si intravede nell’immediato e medio futuro, soprattutto per i tanti giovani che, o sono costretti ad andare via da Gela verso realtà più tranquille o divenire facili prede di organizzazioni di malavitosi impinguando ed ingrossando sempre di più le file delle cosche mafiose; quanti progetti hai in corso d’opera con finanziamenti nazionali ed europei? Ci pare nessuno; non esistono luoghi di aggregazione sociali, insomma sindaco, a Gela non c’è niente e non si può essere orgogliosi di essere gelesi in una città che è vuota, senza alcuna prospettiva futura e a Te sindaco non ti permettiamo di crearti sempre più artificiosamente la tua immagine mediatica che sei il miglior sindaco del mondo. I cittadini gelesi sono snervati, la città langue.
Anche sul piano della legalità, sindaco, non eccelli, usi la legalità a convenienza, come se essa fosse un accessorio nella vita. Vorremmo tanto capire, visto che parliamo di legalità, le assunzioni di personale fatte da Caltaqua; quanti a Gela sono venuti a conoscenza che tale società era bisognevole di unità lavorative? quale bando pubblico è stato fatto? quali sono stati i criteri di assunzione fatte da Caltaqua se non quelli di amici e parenti dei nostri politici? Ogni assunto veniva inquadrato ad una precisa area politica e al candidato di riferimento nelle elezioni comunali del maggio scorso. Tutto ciò si verificava prima e durante la campagna elettorale per estorcere il voto e che tale meccanismo perverso, ha permesso a taluni soggetti di essere suffragati abbondantemente. Oggi questi suffragati fanno parte della tua Giunta. Sembra abbastanza chiaro che si è agito nell’ultima campagna elettorale sotto ricatto e dietro il voto di scambio.
La Caltaqua tra il mese di gennaio e maggio 2007 passa da 43 unità lavorative a 110 assunti con un incremento occupazionale pari a 67 lavoratori, molti dei quali durante la campagna elettorale erano palesemente impegnati a raccogliere voti verso precisi candidati che oggi siedono sugli scranni o del Consiglio Comunale o sulla poltrona assessoriale.
La corsa all’assunzione continua ancora fino a raggiungere 140 dipendenti ai quali viene concesso lo stipendio sindacale nell’ordine di oltre 200 mila euro mensili ai quali vanno aggiunti altri 100 mila euro per pagamento contributi ed assicurazione, per complessive oltre 300 mila euro mensili che danno il senso del forte rincaro del costo dell’acqua. Cioè, che tutto ciò è a carico dei cittadini.
Confidiamo nella magistratura che faccia chiarezza su questa vicenda. E’ questa la legalità che vuoi mostrare a noi e al mondo intero?
Sindaco non ti permettiamo di crogiolarti ancora sulla mistificazione e falsa immagine che ti sei creata nel corso di questi anni, abbiamo squarciato il velo della tua ipocrisia e ti abbiamo scoperto come quando il re è nudo e adesso ti invitiamo a fare il sindaco sul serio a cominciare dal mandare via Caltaqua che tanto danno ha fatto, in un anno di gestione, ai nostri concittadini.
Noi dell’associazione AGEA siamo scesi in campo nel mese di agosto per rispondere al nuovo gestore idrico, Caltaqua, capro espiatorio di tutte le malefatte consumate ai danni dei gelesi, in riferimento all’invio delle bollette idriche dai costi veramente stellari a fronte di un servizio non avuto. Caltaqua ci ha già fatto rimpiangere quel carrozzone politico e clientelare che era l’EAS.
Al peggio non c’è mai fine!!
Caltaqua, convinta che il vecchio gestore idrico l’EAS, abbia assuefatto nel corso dei 50 anni di presenza nella nostra città, con somministrazioni giornaliere e progressive di sostanze tossiche alla dipendenza della rassegnazione, continua con il vecchio stile tramandato, a distribuirci acqua di mare, non potabile e cancerogena a prezzi salatissimi, mortificando e umiliando i cittadini gelesi, i quali, per quanti sforzi di lavoro facciano, non reggono più il peso e la bramosia nell’accumulare soldi per pagare politici dipendenti e dirigenti del nuovo gestore idrico.
L’acqua è un bene comune, è un dono che nostro Dio ci ha voluto regalare, però a Gela è di proprietà del nuovo comitato di affari che alla bisogna e quando decide esso, comitato di affari, la distribuisce e per giunta a prezzi esorbitanti ai salassati cittadini.

Caltaqua chiede di pagare 80,71 euro relativamente ai presunti consumi di erogazione d’acqua del primo e secondo trimestre 2007, cosicché, per l’intero anno i cittadini dovrebbero sborsare 161,42 euro che in termini comparativi con il vecchio gestore idrico risulterebbero lievitati a 102,22, una maggiorazione di costo ingiustificato ed illegittimo. Se poi consideriamo che a Gela ci sono oltre 20 mila famiglie, l’introito nelle casse della Caltaqua risulterebbe complessivamente a 2.044.440,00 euro (4 miliardi delle vecchie lire) senza avere creato e/o investito un solo euro per migliorare il servizio idrico, ma in virtù, presumibilmente di una vacua promessa di realizzazione di progetti e di sviluppo del servizio idrico per gli anni a venire.
I cittadini gelesi rivendicano con viva forza la fornitura di acqua potabile 24 ore al giorno, che sia sana e pulita, che l’acqua proveniente dalle sorgenti naturali, quindi potabile, non sia più in uso allo stabilimento per il raffreddamento degli impianti industriali ma distribuita ai cittadini, che accusano malattie dall’uso di tale acqua con il serio rischio di contrarre malattie ancora più gravi quali l’avvelenamento al sangue che potrebbero indurre a fenomeni di cianosi.
A cosa servono le leggi dello Stato che sanciscono che l’uso dell’acqua per il consumo umano è prioritario rispetto agli altri usi? Gli altri usi sono ammessi quando la risorsa è sufficiente e a condizioni che non ledano la qualità dell’acqua per il consumo umano. (legge 36/94)
Le acqua destinate al consumo umano devono essere salubri e pulite, non devono contenere microrganismi e parassiti, né altre sostanze, in quantità e concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana e devono soddisfare i requisiti di legge. Quando questi requisiti vengono superati l’azienda sanitaria competente e il gestore, ciascuno per quanto di competenza, provvedono affinché i consumatori interessati siano debitamente informati.
Chiediamoci tutti quanti quali tipo di informazione noi cittadini abbiamo avuto dalla società Caltaqua? Loro violano le leggi per la tutela della salute e noi supinamente dobbiamo subire senza che né il sindaco né altre autorità competenti fanno valere le ragioni della comunità amministrata.
Al nostro Presidente della Regione, il plurindagato e tuttora sotto processo per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra, meglio conosciuto Totò “Vasa Vasa”, che dette oltre 100 milioni di euro dal 2001 al 2003 per rimborsi regionali sanitari a quel Michele Aiello, finito in galera con l’accusa di avere avuto rapporti stretti con la mafia di Bernardo Provenzano e facendo lievitare i costi della sanità siciliana alle stelle, per intenderci l’amico fraterno del Vice Presidente all’ARS, l’On. Lillo Speziale, gli ricordiamo che l’11 gennaio 1983 si stipulò una convenzione tra la regione Sicilia e l’Agip Petroli con la quale l’ENI si impegnava a gestire gli impianti di dissalazione in modo da soddisfare le richieste dell’utente e assicurare la continuità della fornitura dell’acqua per almeno sei ore al giorno e che in caso di guasti del dissalatore avrebbe dovuto assicurare la continuità della fornitura dell’acqua mediante l’utilizzo della propria riserva di acqua dolce. Il nostro amato Governatore non ha mai applicato l’art. 24 della convenzione che prevede la rescissione del contratto all’Agip per inadempienza contrattuale. Evidentemente il nostro Governatore non ha mai avuto alcun interesse ad interrompere i rapporti con l’Eni, con i poteri forti, quanto ai cittadini hanno il tempo per potere soffrire le pene dell’inferno.

Di fronte ad una Italia e ad una Sicilia così governata in cui sono prevalenti i privilegi dei potenti, politici, imprenditori, sindacalisti, Sen. Baccini, On. Cardinale, On. Casini, Sen. Chiaromonte Sen. Cossiga, Sen. Mancino, Sen. Marini, Min.Mastella, Sen Pionatti, On. Proietti, On. Veltroni, On. Violante, Seg. della CISL Bonanni, Pres. Della Consob Cardia, dir. Gen Fs Forlenza, che si sono comprati attici e mega appartamenti a Roma da enti pubblici o da privati a prezzi stracciati, i cittadini, comuni mortali, non riescono ad arrivare nemmeno alla terza settimana del mese che già sono in grosse difficoltà economiche; allora ci si deve porre una domanda e fare una seria riflessione, se tutto ciò non riguarda la questione etica e morale del singolo e della politica.
Torna di grande attualità, dopo 28 anni la questione morale di Berlinguer.
Berlinguer in una delle sue interviste diceva: “i partiti non fanno più politica. I partiti hanno degenerato e questa è l’origine dei malanni d’Italia. I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. I partiti sono federazioni di camarille e del mercimonio che si fa dello Stato, delle sopraffazioni, dei favoritismi, delle discriminazioni, e i cittadini vivono sotto ricatto.” ecc.ecc.
Ecco, caro sindaco, questi sono gli insegnamenti che dovresti applicare nella conduzione amministrativa, purtroppo anche tu agisci come una potente macchina clientelare, disconosci i reali problemi e le sofferenze della gente perché altrimenti non avresti permesso di far parte degli Ato e concedere a mezzo di essi, la gestione idrica ad una società privata. E domani concedere la gestione Ato rifiuti ad un’altra società privata.

E allora, per finire noi ti chiediamo negli interessi superiori della città e dei cittadini, sin da subito, che venga istituito un tavolo permanente di concertazione, formato da un nostro rappresentante dell’associazione, dai sindacati, dagli imprenditoriali, da soggetti politici, per programmare a medio e lungo termine la realizzazione di quelle strutture e servizi utili per la città e lavorare seriamente per la gestione idrica della municipalizzata

Nessun commento: