martedì 30 ottobre 2007

Appello al Presidente della Repubblica - On.le Giorgio Napolitano

A.G. E. A.
ASSOCIAZIONE GELA EMERGENZA ACQUA
93012 G E L A – Web orazio-consiglio.blogspot.com Email www.consiglio@email.it
Tel. 3471723264 – 3407848342
Gela lì, 30 ottobre ’07

Al Sig. Presidente della Repubblica
On. Giorgio Napolitano
R O M A

Illustre Sig. Presidente della Repubblica,

chi Le scrive è il presidente dell’associazione Agea, Orazio Consiglio di Gela, che in pieno solleone, nell’estate scorsa ha voluto intraprendere una iniziativa popolare attraverso una raccolta di firme contro il caro costo delle bollette idriche, contro il cattivo funzionamento dei servizi e l’inefficienza dell’ente gestore, la società “Caltaqua”, contro la pessima qualità d’acqua non potabile e a favore di una gestione idrica cittadina pubblica.

Ottomila capi famiglie, tante sono le firme raccolte che rappresentano circa trentamila cittadini gelesi, hanno sottoscritto la petizione testimoniando la gravissima e pericolosa situazione sociale venutasi a determinare a Gela per i ripetuti disservizi provocati da Caltaqua che tuttora, continua ad erogare nelle nostre abitazioni, quando arriva, acqua di scarico, da liquami e inquinata anche da idrocarburi.

Lo scrivente e gli altri associati hanno voluto così intestarsi una battaglia di civiltà, di legalità, di democrazia compiuta con la partecipazione attiva di migliaia di concittadini, che ha raggiunto la sua massima espressione nella giornata dell’11 ottobre con una grande mobilitazione di massa, una giornata di forte protesta ma anche di proposta per raggiungere un ideale, l’ottenimento di un diritto negato, un grande sogno collettivo di circa ottantamila gelesi nella speranza di trasformarlo in realtà con l’arrivo nelle nostre abitazioni dell’Acqua salubre e pulita.

Noi dell’associazione ci rivolgiamo a Lei Sig. Presidente, come ultima ratio, affinché un Suo autorevole intervento possa ammorbidire i toni vivaci e contrapposti fra soggetti istituzionali (Comune e Regione Sicilia) e mitigare le intransigenti posizioni personali tra il Sindaco di Gela Crocetta e il Presidente della Regione Cuffaro. I cittadini gelesi non possono soffrire le pene dell’inferno del mancato arrivo dell’acqua e divenire il capro espiatorio della diatriba e della bramosia di potere tra i due contendenti.

Non solo, ma divenire altresì, i cittadini gelesi, in questa bailamme e pot-pourri di ruoli e poteri politici, vittime di soprusi anche da parte dell’Ato Idrico di Caltanissetta e del nuovo gestore idrico la società “Caltaqua”.

L’Ato idrico, in ossequio al deliberato del consiglio di amministrazione del 10 maggio ’07, ha deciso la tariffa del costo dell’acqua ad € 1,38 al mc per i primi tre anni e a € 2,40 per gli anni successivi, ottenendo così un rincaro rispetto al vecchio gestore, l’EAS del 220%, una maggiorazione di costo ingiustificato e presumibilmente illegittimo.

La società Caltaqua nel mese di agosto u.s. ha inviato a tutti i cittadini gelesi le nuove bollette idriche da pagare, chiedendo il corrispettivo di un presunto consumo d’acqua mai calcolato, relativamente al primo semestre dell’anno in corso par ad € 80,71.

Caltaqua tenta così di incamerare quanto più denaro possibile dai gelesi, senza che fino ad ora abbia creato e/o investito con soldi propri, un solo euro per migliorare il servizio idrico, ma in virtù di una vacua promessa di investimento per la realizzazione di progetti futuri del servizio idrico.

Di fronte a tale situazione si è levata forte la protesta dei gelesi contro la società Caltaqua, ma, ancora più forte è stato il grido di allarme del nostro Vescovo Michele Pennini nell’omelia dell’otto di settembre, nell’avere richiamato e ammonito i nostri politici locali e regionali a non privatizzare l’acqua e di farla arrivare nelle case dei gelesi pulita e sana e che essa, essendo un dono di Dio, non va mercificata e non va posta alle condizioni della giungla del libero mercato, esortando altresì, taluni soggetti a non speculare per accumulare soldi su un bene così vitale e di primaria importanza per l’uomo.

La città di Gela, Sig. Presidente, vive in uno stato di abbandono totale, una disoccupazione dilagante, una stagnazione economica non più tollerabile che ha reso il tessuto economico e sociale fragile e pericoloso per l’ordine pubblico e i cittadini gelesi, per quanti sforzi facciano non raggiungono nemmeno la terza settimana del mese e non reggono più il peso e la bramosia di lupi famelici il cui unico obiettivo è piegare ancora una volta i già vessati cittadini gelesi alle volontà dei nuovi padrini e padroni dell’acqua.

Ci sembra utile e opportuno rilevare che l’acqua di Gela proviene dai cicli di lavorazione del dissalatore dello stabilimento Eni, presente da oltre 50 anni nella nostra città. Acqua di mare che viene distribuita ai cittadini come potabile.

Essa risulta, dalle perizie eseguite da alcuni tecnici su incarico del Tribunale di Gela del tutto scadente, priva di sali minerali e che in mancanza di questi ultimi potrebbe comportare un reale rischio di malattie cardiovascolari; è torbida e surriscaldata, carente, manca di qualità organolettiche, maleodorante, vi è la formazione dei trilometani, nitriti e metaemoglobinemia con il rischio di contrarre malattie al sangue in quanto riduce ossigeno e induce a fenomeni di cianosi, presenta altresì eccessiva quantità di ferro. Acqua industriale convertita in acqua commestibile; mentre l’acqua proveniente dalle sorgenti naturali, quindi potabile, è in uso allo stabilimento petrolchimico per raffreddare gli impianti.

È utile ricordare a tal proposito l’ordinanza sindacale n. 312 del 25/06/2003 nella quale il Sindaco ordina, alla cittadinanza di astenersi dall’uso potabile dell’acqua immessa nella rete idrica cittadina. Tuttora quella ordinanza è vigente ed efficace

Sig. Presidente della Repubblica, chi Le scrive, assieme ad altri due soggetti, in rappresentanza degli ottantamila cittadini gelesi che rivendicano legittimamente un diritto negato, avere l’acqua sempre, pulita e sana al prezzo giusto, desiderano consegnarLe “de visu” la petizione popolare della raccolta delle firme e pertanto Le chiedono di essere ricevuti per ulteriori ragguagli in merito alla situazione precaria e pericolosa venutasi a determinare a Gela per la questione acqua.

Sicuri della sensibilità Sua, di un Suo vivo interessamento, pronto a dirimere la questione “acqua di Gela” e di un Suo invito ci onoriamo porgerLe i nostri deferenti ossequi.

A.G.E.A.
Il Presidente
Orazio Consiglio

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